Partite iva: novità dal 2015

L’approvazione definitiva della Legge di Stabilità apre le porte a una nuova disciplina per i titolari di partita Iva. Regole da considerare attentamente per poter scegliere se approfittare delle nuove regole o confermare quelle attuali. Nella consapevolezza che anche i prossimi anni non saranno brillanti dal punto di vista economico, per cui è consigliabile prestare grande attenzione nelle scelte economiche.

Nuovo anno, nuove regole
Dal 1° gennaio l’aliquota per chi adotta il regime dei minimi si attesterà al 15%, con un limite di fatturato variabile in virtù dell’attività esercitata: 40mila euro per albergatori, commercianti e ristoratori, appena 15mila per agenti di commercio e professionisti. Un cambiamento che sta creando molte discussioni sui giornali, i siti Internet e i blog perché innova la disciplina che fino a questo momento ha garantito un’aliquota del 5% su tutti i fatturati fino a 30mila euro annui, senza distinzioni di attività. Inoltre, il nuovo sistema sarà inaccessibile per chi ha anche un rapporto di lavoro subordinato, a meno che il cumulo dei redditi delle due  attività non superi i 20 mila euro annui.

Corsa all’apertura per le vecchie regole
L’aumento delle aliquote si applicherà, comunque, solo a quanti apriranno una nuova partita iva, ferma restando la vecchia disciplina per chi è già in attività a fine dicembre. Proprio questo, segnalano gli addetti ai lavori, sta scatenendo una corsa ad aprire la partita Iva entro il 31 dicembre.
In ogni caso va considerato che la nuova disciplina presenta anche dei potenziali vantaggi. In primo luogo potranno accedervi anche coloro che sostengono spese per il personale, per un massimo di 5mila euro all’anno. Inoltre, l’adozione del regime forfettario non precluderà la possibilità di operare con l’estero. Tra i requisiti per l’accesso, inoltre il limite degli investimenti in beni strumentali non sarà più calcolato in termini di flusso sugli acquisti effettuati nel  triennio precedente, ma sul valore degli stessi alla fine dell’esercizio precedente: lo stock così determinato non dovrà superare i 20 mila euro (contro i 15 mila previsti attualmente).  Ma occorre ricordare che nel calcolo dei beni strumentali non vanno considerati gli immobili.

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